Metodo Prompt
29 Gennaio 2021 - Dott.ssa Chiara Ardito - A cura di Cinzia Parini
Utilizzato negli ultimi tempi in campo logopedico, è filosofia di trattamento mirato al bambino nella sua globalità.
Cerchiamo di capire meglio, nello specifico di cosa si tratta, soprattutto per i genitori che si trovano ad interfacciassi per la prima volta nel sentir parlare di questa terapia a molti sconosciuta ma di grande valore.
Ne parliamo con la Dottoressa Chiara Ardito, logopedista con formazione Prompt di 1°livello.
Dottoressa, comincio dal chiederle che cos’è il Metodo Prompt?
Il PROMPT viene comunemente conosciuto come una tecnica applicata con bambini che presentano
disordini motori del linguaggio. A livello esecutivo consiste nel fornire al bambino degli input
tattili e propriocettivi (i prompts appunto) agli organi coinvolti nell’articolazione (mandibola,
muscolatura labio-facciale e lingua); tali input vengono applicati sempre all’esterno del cavo
orale e permettono di fornire informazioni relativamente alla giusta traiettoria che l’organo
deputato deve seguire per ottenere la corretta produzione (es. il giusto grado di apertura
mandibolare per la produzione del fonema /a/) e alla giusta durata di articolazione. È importante,
tuttavia, sapere che questa tecnica va inserita in una cornice concettuale e teorica che comprende
vari domini dell’individuo (fisico-sensoriale, cognitivo-linguistico e socio-emozionale), e che il
logopedista deve valutare e monitorare constantemente al fine di perseguire l’obiettivo ultimo
dell’intervento: ottenere una comunicazione efficace.
L’efficacia dell’approccio è legata a quali tipi di aspetti?
Come qualsiasi tipo di intervento il presupposto fondamentale dell’efficacia di un approccio risiede nella capacità di effettuare
una valutazione completa e globale, dalla quale sarà poi possibile pianificare l’intero programma.
Il PROMPT prevede che l’intervento sugli aspetti del linguaggio verbale venga effettuato ed
inserito considerando i contesti di interazione del paziente, nel quale verranno perseguiti
gli obiettivi prefissati dopo un’attenta valutazione. Questo approccio permette di modificare
la comunicazione verbale direttamente all’interno di attività e routine che sono significative
per il paziente, prendendo in considerazione tutti i domini dell’individuo e permettendo di
agire sul funzionamento globale (motorio, linguistico, cognitivo e sociale). Pertanto, l’efficacia
dell’approccio è da ricondursi certamente alla sua multidimensionalità.
Nello spettro autistico che tipo di approccio c’è con questo tipo di metodo?
I bambini con ASD sono caratterizzati da un deficit comunicativo, al quale spesso è associato un
disordine motorio del linguaggio. A tal proposito l’intervento logopedico con approccio PROMPT ha
mostrato, grazie alla sua teoria concettuale che agisce sui vari domini dell’individuo e
sull’ambiente esterno, la sua efficacia in questi bambini. L’applicazione del PROMPT all’interno
del piano di intervento in bambini con ASD dimostra quanto non si agisca esclusivamente
sull’articolazione, ma sull’intero sistema. Prima di intraprendere un intervento logopedico con
approccio PROMPT è necessario che il logopedista effettui una valutazione su quelli che sono i
pre-requisiti necessari per l’applicazione dello stesso. Molto spesso, infatti, accade che vengano
inviati bambini con ASD per effettuare intervento con approccio PROMPT, con l’indicazione di
lavorare sugli aspetti “verbali”. Essendoci nel quadro clinico di questi bambini il deficit
comunicativo, è necessario che il logopedista individui il focus comunicativo sul quale
intervenire, che può essere o il lavoro sugli aspetti motori del linguaggio qualora ci fossero i
pre-requisiti necessari per farlo o il lavoro proprio sugli aspetti pre-linguistici della
comunicazione.
È applicabile anche nell’età adulta?
La risposta è Sì. Il PROMPT, sebbene sia comunemente conosciuto con applicazione in età evolutiva, è un intervento efficace con i disordini motori del linguaggio associati a diverse condizioni cliniche e manifeste a qualsiasi età.