Rassegna

TERAPIA OCCUPAZIONALE



28 Dicembre 2020 (di Cinzia Parini)
Oggi parliamo con la Dottoressa Carmen Passamonti, Terapista Occupazionale con formazione nell’esercizio terapeutico conoscitivo, in integrazione sensoriale e nel metodo Snozelen, di una professione sanitaria, ancora poco conosciuta. Facendo ricerche e approfondendo meglio scopro che è veramente efficace per migliorare la qualità di vita pur nell’inabilità. Vediamo di capirlo meglio insieme con l’aiuto della Terapista Passamonti.

1. Dottoressa, una domanda che sicuramente le avranno chiesto già tante volte, interfacciandosi con Lei, che cos’è la terapia occupazionale?
La Terapia Occupazionale si concentra sullo sviluppo e sul mantenimento delle capacità motorie dei pazienti. La terapia occupazionale (TO), definita anche ergoterapia, e in inglese occupational therapy, è una disciplina riabilitativa che utilizza la valutazione e il trattamento per sviluppare, recuperare o mantenere le competenze della vita quotidiana e lavorativa delle persone con disabilità cognitive, fisiche, psichiche tramite attività. Si occupa anche dell'individuazione e dell'eliminazione di barriere ambientali per incrementare l'autonomia e l'indipendenza e la partecipazione alle attività quotidiane, lavorative, sociali. Il terapista occupazionale è quella figura professionale che, in possesso del diploma universitario abilitante, opera nell'ambito della prevenzione e riabilitazione di soggetti affetti da malattie e disordini fisici o psichici, sia con disabilità temporanee o permanenti, utilizzando attività manuali, ludiche, di vita quotidiana.

2. Perché questa professione sanitaria, in Italia, a differenza degli altri paesi è ancora poco praticata?
A livello riabilitativo in Italia esiste una situazione molto eterogenea che varia da regione a regione, e molto spesso le mansioni svolte dal terapista occupazionale vengono svolte da altre figure e professionisti. È evidente che nel resto d’Europa e nel resto del mondo, ma anche nel canton ticino sia con il nome di terapista occupazionale, sia con quello di Ergoterapista siamo ben conosciuti all’interno di strutture sanitarie e riabilitative. L’Italia vede ancora i concetti di autonomia e indipendenza come un tabù a livello culturale. Sviluppare le abilità di ogni singolo individuo è più oneroso, quindi preferiscono assisterli ed anticiparli.

3. E’ una terapia a cui si possono interfacciare persone di ogni età?
Certamente, è indicata nei bambini e negli adulti che in seguito ad una malattia, infortunio, ritardo dello sviluppo, o parto problematico necessitano di riabilitazione.

4. Una domanda più personale, cosa l’ha spinta verso questa professione?
Diciamo che fin da bambina ho sempre amato il mondo della riabilitazione, mi ha sempre affascinata la fisioterapia, ma allo stesso tempo cercavo qualcosa di più innovativo. Ho sempre seguito film e serie tv americane e spesso in ambito sanitario e in età evolutiva veniva menzionata questa figura riabilitativa. Andando a “scavare” nel mio passato e più in profondità il contatto diretto a cui sono stata esposta in giovane età, grazie ad un famigliare con disabilità all’interno della mia famiglia ha creato in me una sorta di ricerca di riscatto, sensibilità, empatia e propensione per le persone diversamente abili.

Ci sono figure professionali che possono fare la differenza, per la vita sociale di molte persone, che hanno bisogno proprio di una figura sanitaria come la Sua.

Ci auguriamo che ciò avvenga al pari di altre professioni sanitarie importanti e fondamentali tanto quanto la terapia occupazionale.

Dott.ssa Carmen Passamonti